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M13 – Ammasso globulare di Ercole

M13 - Ammasso Globulare di Ercole

Eccovi la mia foto dell’ammasso globulare di Ercole, M13, ben visibile in queste notti!
Ho provato a seguire i consigli di Franco, un amico degli astrofili di Schio, ma a giudicare dal risultato non direi di esserci riuscito: nell’immagine è ben visibile il rumore della fotocamera, anche se ho scattato e sottratto le immagini dark. Ho costruito pure una maschera di Hartmann per mettere a fuoco gli oggetti: mi sembra di esserci riuscito in maniera discreta.

Come al solito, nonostante tutti i suoi difetti, per me la foto è molto bella. Il raffreddore che mi perseguita da cinque giorni un po’ meno…

La foto è una somma di 4 immagini da 30 secondi ciascuna a 400 ISO, con sottrazione di bias e dark frame e divisione per flat field, eseguita con il software Iris. Le immagini sono state ottenute con un telescopio Intes Micro M500 (Maksutov Cassegrain con diametro di 127mm, f/10), Montatura Equatoriale, Canon EOS 1000D. La messa a fuoco è stata eseguita con una maschera di Hartmann. La temperatura era di circa 20°C.

Ancora sulla matrice I3

In riferimento al post precedente (http://fuere.wordpress.com/per-chi-odia-le-coniche), ho creato questo piccolo script di GNUplot per chi volesse “toccare con mano” il mostro ipercircoliperboloso. Lo script è ampiamente (sovra-)commentato: basta aprirlo con un normale editor di testo e ci trovate tutte le istruzioni.

gnuplot-script

Per girare ha bisogno di GNUPlot e delle librerie wxWidgets , più eventuali altre come i driver GNUplot di X11 se scegliete di modificarlo. Su n-ubuntu potete installare il tutto con un semplice:

sudo aptitude install gnuplot

Per eseguirlo, posizionatevi con un terminale nella cartella dove l’avete scaricato e digitate ./MatriceI3.txt
Vi rimando alle istruzioni per altri chiarimenti!

Download - icon from Oxygen Icon Set

Per chi odia le coniche…

Quando non ho niente da fare, capita che scovi qualche strano risvolto di una formula o che inventi e risolva (se ci riesco) alcuni problemi di tipo fisico/matematico. Questo tipo di comportamento è considerato dai siòri con cui mi confronto ogni giorno anormale, abnorme, rivoltante, abominevole, infantile, psicotico, se non semplicemente ridicolo e sintomo di un’incapacità mentale più o meno vasta. Desidero dedicare a tutte queste belle persone, ed ad una in particolare, questo post.

Avevamo appena concluso lo studio delle matrici a scuola. Delle matrici non sapevo niente, e anche se le trovavo piuttosto noiose, mi piaceva il concetto di determinante e di rango: due numeri coi quali si possono individuare caratteristiche comuni in matrici differenti. La parte più interessante era stata la scoperta che tramite le matrici quadrate di ordine 3 si potevano rappresentare tutte le coniche, le curve studiate l’anno precedente.

Una mattina la lezione era noiosa e così mi son messo a moltiplicare le matrici tra di loro. Mi son accorto che moltiplicando la matrice “circonferenza di raggio 1” per se stessa si otteneva la matrice identità:

Matrice I_3

Pensai che fosse una cosa interessante. Si otteneva la stessa cosa anche moltiplicando per se stessa la matrice “iperbole equilatera”: entrambe le matrici erano le reciproche di se stesse. Iniziai a chiedermi cosa potesse rappresentare la matrice identità, vista come conica: traducendo la matrice in equazione si ottiene:

eq1

eq2

Trovai la cosa interessante: interessante, non impossib ile. Infatti avevo già studiato in numeri complessi. Perché non provare a risolvere la cosa addentrandosi nel misterioso mondo dei numeri immaginari? Sviluppai il mostro come di seguito:

eq3

eq4

eq5

eq6

A questo punto ho pensato che avrei potuto dare alla variabile indipendente anche valori complessi. In quest’ottica, sarebbe stato comodo spaccarla in parti reale ed immaginaria, così ho trasformato l’equazione precedente in:

eq7

Dove “z” è, chiaramente, un numero complesso. Ma c’è un problema: per rappresentare l’oggetto descritto dall’equazione ci vogliono 4 dimensioni! Due servono per i valori in ingresso (x,y) e due per i valori in uscita (z reale, z immaginario). Peccato che il mio universo ne abbia solo 3 e che i miei occhi ne vedano 2! Che delusione!!

Non perdendomi d’animo, pensai di tagliare l’iperspazio quadrimensionale dove viveva il mostro conico con uno spazietto tridimensionale a cui sono più abituato. Cosa succede, ad esempio, se annullo la y? La mia equazione si riduce a:

eq7-y0

Osservandola, si nota che la radice può assumere solo valori reali, che moltiplicati per l’unità immaginaria danno solo valori immaginari. Con y=0 , dunque z assume soltanto valori immaginari! Guardandola ancora meglio, si nota che la forma, a meno della “i” è la stessa di quella di un’ iperbole equilatera con l’asse trasverso coincidente con l’asse delle y. In altre parole, la funzione, per y=0, ha questa forma:

y0

Mi sono poi chiesto cosa sarebbe successo se avessi annullato la x, intersecando quindi la mostruosa iperconica con lo spazio x=0 . L’equazione, dopo aver elevato l’unità immaginaria al quadrato, diventa:

eq7-x0-ym1

Succede adesso una cosa interessante. Se y è minore di 1 e maggiore di -1, l’equazione, sempre a meno di “i”, è della stessa forma di quella di una circonferenza di raggio uno. Anche questa volta, i valori assunti da z saranno tutti immaginari, e, dunque,  la funzione avrà il grafico di una circonferenza nell’intervallo [-1,1].

Ma se i valori della y sono esterni all’intervallo ]-1,1[ , allora il radicando è negativo. Possiamo dunque raccogliere un -1 dal radicando:

eq7-x0-ym11

eq7-x0-ym12

eq7-x0-ym13

Stavolta i valori assunti da z sono tutti reali, e il loro grafico coincide con quello di un’iperbole con l’asse trasverso coincidente con l’asse delle x:

x0r

Ottenuti questi risultati, mi sono chiesto se c’era un sistema per vederli tutti insieme, estraendo le informazioni dalla funzione. Ho provato vari metodi, ma il migliore, per visualizzare queste caratteristiche, è risultato essere la funzione seguente.

eq8

Il modulo evita lo spiacevole inconveniente della quarta dimensione, associando a z solo un singolo numero reale: il modulo del numero complesso, appunto. Riporto qui sotto il grafico, che ho evidenziato aggiungendo delle ombre in matita:

iperconica

Da questo punto di vista, è possibile vedere bene la circonferenza di raggio unitario (che assumerebbe valori immaginari) e l’iperbole “orizzontale” (che assumerebbe valori reali) sul piano yz. Dando un’occhiata al piano xz, invece, si vede che l’oggetto è una specie di iperboloide a due falde: l’iperbole intersecato da questo piano è quello “verticale” che abbiamo trovato per primo (che assumerebbe valori immaginari).

Arrivato a questo punto, mi sono detto soddisfatto. In gran parte lo sono stato perché ero riuscito a prevedere alcune interessanti caratteristiche dell’oggetto senza adoperare il computer. Ho poi portato i risultati al professore, col quale avevo discusso la cosa durante la ricreazione.

All’oggetto soprastante si potrebbe affiancarne anche un altro: quello che associa ad ogni punto (x,y) l’anomalia del numero complesso z: utilizzando i due grafici in maniera coordinata, si potrebbe avere un’idea d’insieme della mostruosa iperiperbole, anche senza vederla. Ma adesso sono stanco!!

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