Verso fuori.

Autore: Giovanni Ceribella Pagina 22 di 38

LHC: collisione a 7 TeV !

Oggi, presso il CERN di Ginevra, il Large Hadron Collider ha per la prima volta sperimentato scontri tra protoni ad energie altissime: 7 TeV (Tera-ElettronVolt). Complimenti a tutti i ricercatori!! Io ho seguito l’evento attraverso il webcast del cern e il comodo Twitter, che sembra essere più utile di quanto pensassi. Segue un breve tentativo di spiegazione dell’evento, ad opera mia. Perdonatemi queste velleità divulgative, ma devo raccontarlo a qualcuno!!

LHC

Si diceva, 7 TeV: per la verità questa è l’energia totale, poiché ciascun raggio di protoni ha un’intensità di 3,5 TeV. L’ElettronVolt è un’unità di misura dell’energia, e corrisponde all’energia che un elettrone acquisisce quando passa attraverso una differenza di potenziale di un Volt. Siccome tale energia è uguale a:

E = -q \Delta V

e la carica “q” di un elettrone è piccolissima, anche l’ElettronVolt è un’unità di misura minuscola, pari a circa 0,1602 miliardesimi di miliardesimi di Joule: per farsi un’idea di che cos’è, basti pensare che il nostro fabbisogno energetico giornaliero è dell’ordine dei milioni di Joule!

Con un rapido calcolo si vede quindi che l’energia di ciascuno dei due fasci di protoni che oggi hanno colliso ha un’intensità pari a 5.6 miseri decimilionesimi di Joule. Serviva tutto sto baraccone di LHC per questo?

Sì. Infatti, se da un lato l’energia di ciasun protone è bassa se confrontata con quelle macroscopiche cui siamo abituati, essa è altissima per il suo “mondo”.  L’energia di una molecola d’aria in una stanza è tipicamente tra i 3 e gli 80 eV: cento miliardi di volte meno!! La velocità raggiunta oggi dai protoni nell’LHC è vicina a quella della luce, la maggiore possibile!

Durante l’impatto, si sfrutta l’equivalenza tra massa ed energia per trasformare quest’ultima nelle particelle più strambe che riuscite a immaginare. I rivelatori disposti lungo il perimetro circolare di LHC sono pronti a registrare queste particelle. La ben nota equazione dedotta dalla teoria della relatività ristretta, che qui riporto nella versione più generale, descrive il fenomeno in atto:

E = (mc^2)/radicequadrata(1-(v^2)/(c^2))

I rilevatori dei quattro esperimenti principali (ATLAS, ALICE, CMS, LHCb) hanno riscontrato un’abbondanza di particelle: nelle prossime settimane i fisici del CERN dovranno analizzare i dati ottenuti per vedere se c’è qualcosa di nuovo. Materia oscura? Bosoni di Higgs? Supersimmetria nelle particelle? Aspettiamo e vedremo!!

Vi lascio con questa immagine di una delle collisioni nel rilevatore ALICE. Se non vengo scomposto in neutr(al)ini ci sentiamo presto!

Collisione nel rilevatore ALICE: http://aliceinfo.cern.ch/Public/ev_41_3D.png

M42, M43 (2): HDR

Ho rielaborato la foto della Nebulosa di Orione, sfruttando stavolta la tecnica HDR di Photoshop. Avevo cercato in internet come fare ma non riuscivo a ricordarmi il nome del metodo, così ho dovuto aspettare fino a venerdì quando l’amico Sergio degli astrofili, al quale va un grande ringraziamento, mi ha reso partecipe del fatto che in Adobe Bridge c’è l’opzione “Merge to HDR”.

Il rumore che aumenta mano a mano che ci si allontana dalle zone centrali, per realizzare le quali la serie di 18 fotografie è stata mediata. Ho successivamente agito sui livelli e con Noise Ninja per cercare di toglierne un po’.

Ciao!

Orione

Ho montato la mia Canon EOS 1000D sulla vecchia e squinternata montatura del Mak. Tanto per far qualcosa, ho fotografato la costellazione di Orione. Sono 19 minuti e 40 secondi di esposizione (200 ISO), con sottrazione automatica del dark frame. Sembra che con tali tempi si renda visibile anche a questa focale (55 mm) il movimento di deriva delle stelle a causa dell’allineamento polare approssimativo. La prossima volta sarò più preciso. Ho agito sui livelli con Photoshop per rimuovere l’inquinamento luminoso dovuto ai lampioni della ditta Forgital. Uno di questi, a 700 metri da casa mia, proietta di notte attraverso la finestra un riquadro arancione che come luminosità niente ha da invidiare ad un quarto di luna.

Orione

Nella foto è ben visibile, oltre che alle innumerevoli stelle, la nebusola di Orione M42. Si intravede anche la nebulosa Fiamma, NGC 2024, a sinistra della più bassa stella della cintura di Orione (Alnitak).

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