Verso fuori.

Autore: Giovanni Ceribella Pagina 29 di 38

Verso l'Astrofotografia

Ricordate quel mio vecchio post nel quale, più di un anno fa, avevo scritto del mio desiderio di fare astrofotografia?

Sicuramente no, anzi, non so nemmeno a chi mi sto rivolgendo, visto che il blog non è più frequentato da nessuno. Crudele ironia, la lingua che uso non mi permette di scrivere un testo di questo tipo senza rivolgermi ad una seconda persona, amenoché non si voglia ottenere come risultato un mattone descrittivo come il post su NetVista.

Chiusa questa parentesi melodrammatica, passiamo alla notizia.

Non so se vi ho mai presentato la montatura del mio telescopio. Comunque sia, si tratta di una simpatica montatura equatoriale, moderatamente squinternata. Io sono un “fan” di questo tipo di montature, perché, una volta orientate correttamente, permettono di inseguire gli oggetti celesti con un unico, fluido movimento.

Quando ho avuto l’idea di far fotografie, ho iniziando subito a preoccuparmi della macchina fotografica, sottovalutando l’elemento motatura. Infatti, l’unico telescopio motorizzato che possiedo ha una montatura altazimutale, che non è adeguata per l’astrofotografia. Che fare dunque? Dopo Natale avevo più soldi di quelli che mi sarebbero serviti per comprare la macchina fotografica, ma avrei dovuto spenderli tutti per comprarmi una nuova montatura! E io non ho così tanti fondi…

Per farla breve, ho scoperto che alla montatura equatoriale che ho già possono essere aggiunti dei motori ed un cannocchiale polare, rendendola abbastanza buona per far astrofotografia. Questo mi ha migliorato decisamente la giornata! Dopo aver contattato il mio venditore di fiducia¹ e essermi messo d’accordo con mio padre, ho ordinato gli oggetti in questione.

I motori non fanno altro che spostare lentamente la parte mobile della montatura per inseguire gli oggetti. In particolare, essendo una montatura equatoriale, per l’inseguimento viene impiegato un solo motore. Il cannocchiale polare è invece un piccolo cercatore, inserito dentro la montatura, che serve ad allinearla correttamente.

Aggiungendoci poi questa meravigliosa macchina, della quale ho trovato ottime recensioni, spero di riuscire a fare i primi passi nella fotografia. Che ne dite? Chissà se fra qualche tempo potrò inserire delle foto fatte da me…

A presto!

¹ È la prima volta che mi occorre esprimere il concetto di “venditore di fiducia”… a dir la verità non mi è mai piaciuto. Mi sa da tanto da ossimoro…

Nebulosa del Granchio

Uhm… non ho mai inserito una sola foto della Nebulosa del Granchio. Rimedio inserendo questa.

Cliccateci sopra e verrete spediti alla pagina corrispondente su www.spacetelescope.org!

La ricerca pura

Riporto un mio intervento sul blog http://tuttoqua.wordpress.com in risposta ad un commento di una lettrice, Ilaria, critica nei confronti della “ricerca pura”. Il suo commento ed il mio sono riferiti ad un post che parla del Large Hadron Collider (LHC), al quale la commentatrice imputava di richiedere troppi soldi, che avrebbero potuto invece essere utilizzati per dar cure alle persone con malattie gravi e aiutare i popoli del terzo mondo.

Tuttavia, Ilaria, è proprio da ricerche apparentemente inutili che sono arrivati molti miglioramenti alla vita. Nel XVII secolo, furono inventati i numeri complessi: questi numeri servono a estrarre le radici quadrate di numeri negativi. All’apparenza, sembra che non servano assolutamente a niente, vero? Ma, guarda un po’, senza questi numeri non si potrebbero descrivere le onde elettromagnetiche. E non credo che tu faresti a meno di radio, televisione, cellulare, fasci di raggi X che ti fanno le radiografie, di raggi laser che ti curano gli occhi, di elettroni, che nei microscopi elettronici, vengono usati per studiare le strutture microscopiche delle molecole per fabbricare farmaci per bloccare la trascrittasi-inversa del virus dell’AIDS. Al sincrotrone di Trieste, un LHC in miniatura, vengono prodotti fasci di raggi X tanto concentrati che permettono di studiare un sacco di cose, dagli OLED, ai farmaci, e che servono anche per curare i tumori.

Se cinquanta anni fa, nella mia zona di campagna, uno fosse saltato fuori a dire “Farò un ageggio che vi permetterà di sentire le persone dall’altra parte della Terra come se fossero accanto a voi!”, non ci sarebbe stato uno solo che gli avrebbe creduto. E invece poi, grazie a ricerche apparentemente inutili (”Chi se ne frega se la stratosfera riflette un po’ di microonde? La stratosfera non cura la tubercolosi!”) questi oggetti sono stati inventati ed oggi sono di grande aiuto anche per la comunicazione veloce in caso di emergenze sanitarie.

Alla stessa maniera, potrei dire “Chi se ne frega se gli se la materia è fatta di atomi, e se questi sono fatti di protoni, neutroni ed elettroni?”. E invece, proprio grazie a queste scoperte, la chimica ha fatto passi da gigante, e oggi ci sono le cure per molte malattie. Che poi queste cure non vengano portate a sufficienza nei posti dove ce n’è bisogno è vero. È vero che si investono pochissimi soldi per migliorare il tenore di vita delle persone più sfortunate di noi. Ma se questi soldi devono essere tirati fuori, non è alla ricerca che vanno tolti. Perché se oggi possiamo dare una mano a i bambini con l’AIDS in Africa è grazie alla ricerca. Tutta.

Molte persone pensano che la ricerca pura non serva a niente: non sanno che in ogni cosa che rende la loro vita migliore, non ci sono solo tasti da premere e luci da accendere, o mouse da cliccare, timer da impostare, o pastiglie da prendere. Ci sono lunghi studi, fatti di tentativi e di sconfitte, di gente che talvolta è anche morta per fare i suoi esperimenti, come Marie Curie, che ha scoperto la radioattività. E il perché del funzionare di queste cose sta in quelle leggi che si scoprono con le macchine come LHC.

Ed essendo queste leggi quelle che governano lo svolgersi di tutti i fenomeni, bisogna poi saper decidere se usare le loro applicazioni per farci evolvere ancora un po’, come si sta tentando di fare al CERN, o se si vuole restare nell’ignoranza completa e, di conseguenza, usarle per distruggerci completamente con le bombe atomiche.

Forse tu, Ilaria, saresti a favore del secondo scenario: dopotutto l’umanità ne gioverebbe molto: niente più problemi, niente più fame, niente… niente di niente.

L’articolo originale è disponibile qui: http://tuttoqua.wordpress.com/2008/09/09/esperimento-cern-diretta-via-web/

Il commento di Ilaria è il quarto, il mio il settimo.

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