Per puro caso, grazie ad una fortuna memorabile, sono riuscito a fotografare ed osservare gli ultimi quaranta minuti del transito di Venere, parzialmente nascosto tra le nubi.
Il transito alle ore 6 23′ 10”
L’uscita era programmata da più di un mese: il progetto originario era di salire con il telescopio fino alla cima del Monte Toraro (45° 51′ 42,5” N; 11° 16′ 09,0” E, 1897 m s.l.m.), per poter godere dell’ottima posizione e dell’orizzonte libero che è accessibile da lassù. Tuttavia, mio padre mi ha convinto che non valesse la pena di portare 20 kg di strumentazione, in salita, per due chilometri, passando altri quaranta minuti a stazionare il tutto. Quindi, abbiamo deciso di virare su un teleobiettivo Canon da 55-250 mm di focale, acquistato appositamente, con un buon treppiede fotografico. Solo grazie a questo improvviso “clinàmen” nella strumentazione è stato possibile, in seguito, fotografare il transito.
La sera del 5 giugno, mio padre viene a prendermi, con la macchina, a Padova, dov’ero per seguire le lezioni dell’Università (ho cercato di spiegargli più volte che potrei venire in treno come tutti gli altri, non ho più speranza che mi ascolti). Una volta arrivato a casa, con la pellicola Astrosolar della Baader Planetarium ho costruito un filtro smontabile per l’obiettivo della macchina fotografica, dopo che ne avevo costruiti due di simili per il binocolo Zeiss 8×56. La notte passa veloce, e dopo qualche ora di agitato sonno, mio padre ed io ci alziamo, alle 3.30.
Grazie alle previsioni meteo e alle immagini satellitari disponibili nella rete, ho individuato la presenza di un varco nella copertura nuvolosa, che si stava lentamente spostando dalla Lombardia sul Veneto. Nella speranza di trovarselo sopra proprio quando sarebbe sorto il Sole, partiamo alle h. 4.00′ ed iniziamo ad arrampicarci con l’auto sui monti. Le condizioni meteorologiche sembrano disastrose: ad un certo punto entriamo in una fitta nebbia. Arrivati al monte Toraro, iniziamo la salita sulla strada asfaltata (retaggio della base antimissilistica che v’era installata, fortunatamente smantellata) ed andiamo fino in cima, ma la luce è ancora poca e non si capisce se la nebbia che ci circonda si estende in altezza per una decina o per centinaia di metri. Qualche minuto dopo la situazione è chiara: siamo dentro a una nuvola! Iniziamo a ridiscendere quando sono già le h. 5.35′.
Il piccolo Venere, con le nuvole in agguato.
Percorriamo nel senso opposto, con la vettura, la stessa strada fatta per salire: essa collega il comune di Tonezza del Cimone all’altopiano dei Fiorentini. La strada è ricavata lungo una costa dell’altopiano, a strapiombo, e passa sotto al noto Spitz di Tonezza. L’orografia del posto fa sì che la nuvolona venga fermata in alto, sulla cima, e non arrivi fino alla strada.
Adesso viene il bello! Ci accorgiamo che c’è un varco nelle nuvole e ci mettiamo a rincorrerlo su e giù per la strada, per trovare il punto dove, a breve, farà capolino il Sole. Ripassando per la terza volta su un tratto dove la vegetazione non impedisce la vista, lo vediamo spuntare da una nuvola. La macchina frena bruscamente, noi scendiamo giù, e con il binocolo filtrato… vediamo Venere sul Sole!!
Grazie alla velocità del treppiede con la testa a sfera, nel giro di 30 secondi la macchina fotografica è già pronta, piazzata a cavallo della linea continua che divide le due corsie (chi vuoi che passi di là alle sei e venti di mattina?!). Metto a fuoco approssimativamente, finché mi alterno con mio padre al binocolo. Sembra ancora impossibile!
In sostanza ci trovavamo tra due nuvole del tipo che i metereologi chiamano “strati”. Lo strato più basso copriva la Val d’Astico, sottostante; quello più alto ci stava sopra, ma aveva un buco sopra l’altipiano di Asiago, ed è attraverso di esso che abbiamo visto il transito!
Le nuvole si spostano di continuo, e alla fine il varco si chiude. Scendiamo ancora, fino alla curva dove inizia l’abitato di Tonezza, e da lì riusciamo a vedere il terzo contatto e tutta l’uscita. Non sembra ancora vero!
Il terzo contatto, attraverso una spessa foschia.
Mio padre Giulio ed io, dunque, siamo stati tra i pochi, da queste parti, ad aver visto il fenomeno: un evento e una serie di colpi di scena da ricordare anche in futuro.
Infine, ricordo che il prossimo transito di Venere visibile dalla Terra avverrà nel 2117, ben oltre le capacità di chiunque di noi. Ma il prossimo 21 dicembre ci sarà un altro transito di Venere visibile da… Saturno! La sonda Cassini della NASA proverà ad inviarci un’immagine del fenomeno visto da laggiù. Inoltre, non si deve dimenticare che ci sono anche i transiti di Mercurio, che è ben più piccolo di Venere, ma passa davanti al Sole più spesso: i prossimi transiti previsti per il 9.05.2016 e per l’ 11.09.2019. Infine, le eclissi di Sole sono decisamente più frequenti, e una loro lista può essere consultata sulla relativa pagina di Wikipedia.
A presto, e speriamo che finisca il mal tempo!
Giulio e Giovanni, sulla curva della strada di Tonezza.