Dopo aver fotografato la nabulosa Trifida, nella notte tra il 30 e il 31 luglio scorso, ho deciso di lanciarmi su un altro oggetto australe: la nebulosa Elica, una planetaria che si trova nella costellazione dell’Aquario. Essa ha circa la stessa declinazione di M20 e quindi analoghi sono i problemi per via dell’altezza sull’orizzonte.
La nebulosa planetaria dell’Elica è ciò che resta dopo la fine del ciclo di vita di una stella con massa paragonabile a quella del Sole. Quando stelle così piccine (per mo’ di dire!) terminano la combustione dell’Elio in Carbonio (dal quale riescono a produrre anche altri elementi leggeri come l’Ossigeno e lo Zolfo) si gonfiano finché gli strati più esterni non si disperdono nel cosmo circostante assieme agli elementi prodotti dalla stella, formando la nebulosa. In alcuni testi divulgativi l’evento è chiamato “morte della stella” ma non ho mai sopportato questa espressione, per due ragioni: primo, è un caso di antropomorfizzazione; secondo, anche se accettiamo per un istante e con le dovute cautele di trattare la stella come se fosse un animalaccio strano, essa non è affatto morta! Anzi, è visibile nella fotografia, al centro della nebulosa, novella nana bianca!
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