L’isola de La Palma, oltre che a ospitare uno degli osservatori astronomici più grande dell’emisfero boreale, è anche un bellissimo posto. Da 2426 metri di quota, sulla vetta del Roque de Los Muchachos (si tratta in realtà del crinale di un’immensa caldera), si possono vedere dei paesaggi stupendi e dei cieli fantastici.
Mi trovo qui per lavoro, ma prima di sera mi diverto a fotografare i colori ineffabili di questi sbrigativi tramonti tropicali: “Che ora xé? Le sei e mezza, adesso va sotto il sole. Che rottura star svegli di notte. È orribile. Dormire di giorno poi è osceno. Sacrilego. Ingrato. Bah! Beh almeno, prima che sia notte, vado a fare altre due foto al tramonto. Ma se ne hai già fatte seicento… vabè lo stesso. Che strane nuvole. Sono sul mare…”
Forse qualcuno dei miei lettori avrà sentito parlare del raggio verde, un evento atmosferico reso popolare da un film piratesco di qualche anno fa. In cosa consiste? Come avevo già scritto in un altro articolo, la distanza dell’orizzonte si può calcolare senza tante difficoltà a partire dalla quota da dove si guarda. In realtà, a questa descrizione geometrica dell’orizzonte manca un tassello importante: la nostra atmosfera. L’aria si comporta in certe situazioni come una lente, e così facendo distorce la luce che le passa attraverso. Avete presente i bizzarri riflessi che si vedono sull’asfalto d’estate? Sono dei miraggi, proprio come quelli del deserto, causati dalle differenti temperature dell’aria.
“Non lo vedo andar giù sul mare neanche oggi. Passerà tutto il mese senza averlo visto manco una volta. E tu che volevi vedere il raggio verde. Ah! Sempre pieno di nuvole. Che bischero sto oceano. E guarda le onde, fan paura perfino da qua in cima…”
Allo stesso modo, strati atmosferici più caldi o freddi possono modificare il modo in cui la luce vi passa attraverso, e così l’orizzonte effettivo non sarà più quello dato dalla formulina della media geometrica, ma dipenderà da come e cosa c’è nell’atmosfera in quel preciso istante! E per di più, proprio come una grossa lente d’ingrandimento un po’ grossolana, l’atmosfera si comporterà in modo diverso per le diverse lunghezze d’onda della luce, e cioè la posizione dell’orizzonte ottico dipenderà dal colore della luce.
“Ma quella nuvoletta là è fatta lei così o è una distorsione ottica?? Sembra una stazione spaziale…”
Per questo può capitare che, prima di tramontare, l’ultimo lembo di sole che s’intravede abbia una tinta marcatamente verde. Il sole in realtà è già tramontato, ma la rifrazione atmosferica fa compiere alla luce verde una traiettoria curva, un arco che la porta, per pochi istanti ancora, agli occhi di chi guarda. È il raggio verde. Per scorgerlo serve un tempo molto buono e un’orizzonte eccezionalmente libero, come quello del mare.
“Magari riesco a vedere ‘sto maledetto raggio verde. Guarda come sbrodola il sole l’aria. Che forma assurda. Ma non va più giù! Ecco, adesso sembra rettangolare. Ma dai! Ecco, il sole rettangolare! Se lo racconto non mi crede nessuno. Dai che adesso si colora… eh sì, magari! No, ma aspetta, è davvero colorato! Svelto, la foto! Aspetta, sì, ma… ah, è tramontato. Finalmente. Molto bello. Vediamo cosa si vede nelle foto… blu!?!”
Ma esiste un fenomeno ancora più raro: il raggio azzurro (o raggio blu). Simile nel principio e nell’esito al raggio verde, si può avvistare solo se l’atmosfera è limpidissima, perché l’aria diffonde e disperde la luce azzurra molto più di quella verde, ed è questo il motivo per cui il cielo di giorno è azzurro. La fotografia soprastante mostra appunto questo effetto ottico: l’ultimo orlo di sole che scompare all’orizzonte è di un colore azzurro intenso, vicino ai bordi quasi violetto. Vi piace?
Per la cronaca, il raggio verde s’è fatto vedere il giorno dopo. Devo restare altri dieci giorni sulle isole Canarie. Chissà cosa mi aspetta…
Ben, tusi, questa no me la saría mia mai imaginà. Che fredo, scapén rentro. Nòte a tuti.