L’estate, coi suoi cieli tenui, la calura dei pomeriggi, il silenzioso vivacchiare delle piante, mi suggerisce sempre l’idea di un seme leggero, sospeso da una bava di vento, che va planando in giro, lentamente. (verso più tumultuosi terreni?)
Luglio prima e poi agosto portano una mite rassegnazione, una lieve eco lontana dell’autunno venturo, più risoluto e turbolento. No, non sono ancora i passati pungenti che visitano dolci il mese di settembre, la quiete bonaria continua, per ora, a rivestire i placidi sensi. Adagio, secondo movimento.
Intendiamoci, non che sia piatta e noiosa. Un nòcciolo traspare tra le frasche: è il sole che cade, ritorna. Ma si fa finta di niente, si va al mare con gli amici a trovare le conchiglie (chissà come stanno!) e stesi sulla spiaggia si fanno discorsi solenni, mentre Vega scorre pian piano lassù. Pare incantata. Che pace.
(La foto è di ieri sera, 12 agosto 2015. Un’ora d’esposizione sulla Via Lattea, nella regione del Triangolo Estivo)
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